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Uno sguardo personale alla Politica

Domani

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È nato il gesubambino! Evviva gesubambino!

Walter Weltroni, l'Americano... Ahò!

Walter Weltroni, l'Americano... Ahò!

Tutta l’Italia di sinistra, anche quella che fino alla settimana scorsa era stata a lanciare accuse di nazismo, fascismo e quant’altro contro gli Stati Uniti d’America, oggi è tutta in festa per la nascita del nuovo messia che è nato.
La tragicità delle dichiarazioni di giubilo di esponenti del Partito Democratico [Denoartri] svariano e si moltiplicano, delineando il futuro avvento della vittoria anche in Italia: “Hasta siempre la vitoria Boy!”. Nella disperazione di una situazione che vede il centro-sinistra italiano allo sbando, consumato da lotte intestine, incoerenza, fumosità e mancanza programmatica di alcuna iniziativa, ogni cosa può far sostanza.

 

Così ecco che un Walter Weltroni alla Nando Mericoni va in tv a recitare i suoi slogan, in un inglese traballante, e quasi la gente gli urla dietro: “A’ Nando! Facce Tarzan!”. Un Weltroni che se potesse trasferirebbe tutti nella sua amata New York, per recitare un bel “yes we can!”, mentre prende un “hot dog” dal venditore che gli chiede i due dollari ignorandolo.

La sinistra però ha sempre avuto la mania si salire in groppa al cavalle più letto, data la masochistica volontà insita in ognuno di loro di farsi del male: sebbene il grande messia Obama sia diventato il più giovane, bello e abbronzato d’America, dando sfogo alle onde di giubilo razzista, che lo ha votato (o avrebbe voluto, ma non potuto per questioni geografiche) solo per una questione razziale, non curandosi del programma irrealizzabile che egli ha presentato, questo presidente nuovo di zecca altro non è se non il cominciatore del declino statunitense, sotto ogni punto di vista.

 

Barack Hussein Obama, 44o Presidente degli Stati Uniti d'America

Barack Hussein Obama, 44o Presidente degli Stati Uniti d'America

Militarmente gli USA cominciano ad essere scarsamente incisivi, non vincendo nessuna delle battaglie coloniali intraprese da Kennedy in poi. La crisi finanziaria, innescata e sviluppatasi in un paese marcio e consumista ogni oltre limite immaginabile altrove, ne rendono un elemento marginale nei mercati mondiali, che oggi si affidano ad altre realtà emergenti, come al tempo furono gli stessi Stati Uniti, i quali assicurano una maggiore solidità e prospettive. Il protezionismo prospettato dal buon Barack Hussein, inoltre, marginalizzerà ancor di più un paese che giorno dopo giorno sembra essere un ammalato grave, dal quale gli altri intorno non vogliono farsi contaggiare.

 

Silvio Berlusconi quindi è una persona altamente discutibile, come ogni personaggio privato e pubblico, ma sicuramente non può essere tacciato di incapacità. Le dichiarazioni che stanno facendo il giro del mondo, tacciate di razzismo (“Barack Obama è un presidente giovane, bello e abbronzato”) nascondono ben altro, che proprio per quel razzismo inverso, che vuole riportare ogni critica alla mera questione raziale, da molti commentatori è stata ignorata.

Barack Obama è un imbecille e incapace, nonché una persona senza esperienza tangibile e che non da assicurazioni sul futuro.

Questo è ciò che il primo ministro italiano ha lasciato intendere agli osservatori più attenti: cosa molto più grave del semplice gioco sul colore della pelle, visto anche il fatto che, a detta di tutti, Berlusconi stesso razzista non è.
Cosa direste voi, infatti, se qualcuno vi chiedesse un parere sulle capacità di una persona che non stimate intellettualmente? Deviereste sicuramente su caratteristiche fisiche innegabili, come appunto il Cavaliere ha fatto.

E lo ha fatto proprio durante una conferenza stampa a Mosca, a fianco del presidente Medvedev, il quale il giorno stesso dell’insediamento di Barack Obama ha dato mandato di installare missili anti-americani al confine con l’Europa. Il significato? “Noi stiamo con la Russia adesso. Gli Stati Uniti non contano più nulla.”
E in effetti il nuovo sistema mondiale sta cambiando, siccome da 8 grandi paesi (il G8) si è passati a un maggiore ed inclusivo G20, con tutti quegli Stati che si pongono l’obiettivo di rimpiazzare gli USA.

Magari dopo la Russia  comunista e la Cuba morta di fame, la sinistra italiana potrà vantarsi di stare con un grande Paese decaduto e socialistizzato, tanto per non cambiare troppo: domani sapremo come le cose evolveranno.

Written by Antonello Provenzano

7 novembre 2008 a 7:09 PM

4 Risposte

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  1. Mi sembra una visione un po’ troppo catastrofistica della situazione geopolitica attuale.

    Più dell’elezione di Barack “sun-tanned” Obama sarebbe da festeggiare la fine dell’ottennato di George W. Perché se parliamo di fallimento di campagne militari (motivate o meno, più acclaratamente MENO), di effetti neanche troppo perversi della finanza creativa (ben più creativa, peraltro, di quella messa in essere da mediocri emuli nostrani), di decadimento culturale di una società più che mai dipendente dal consumo, in chi se non in Bush figlio possiamo vederne il cominciatore?

    D’altra parte, che Valter non abbia i numeri per fare l’Obama è chiaro. Se li avesse posseduti non avremmo avuto 4 governi Berlusconi negli ultimi 14 anni…

    Ah, un’altra cosa: smettiamola di riferirci al signor B. col titolo di cavaliere. Se non altro perché di cavallereschi attributi può vantarne pochi: non è autorevole, non è prestante, non è elegante. Gli si potrebbe addire, volendo essere generosi, il ruolo di scudiero…

    Sergio

    10 novembre 2008 at 11:05 am

  2. Caro Sergio, mi dispiace doverti smentire su parte del tuo commento, laddove affermi che l’iniziatore del decadimento culturale ed economico dell’America, legato al consumismo di massa, sia stato W. (come lo chiama Oliver Stone), benché sarebbe un sollievo per molti, vista l’aria da imbecille a la sicurezza di essere una “testa di legno” che regge gli interesse di molte aziende.

    Possiamo concordare sulla sua inadeguatezza come POTUS, ma nella fattispecie, il decadimento economico e culturale americano ha radici più lontane nel tempo: proprio il precedente “Presidente Pop” statunitense, infatti, il beneamato Clinton, fu l’iniziatore delle politiche “subprime”, secondo l’ideologia della “una casa per tutti”, che aveva caratterizzato la sua politica economica. Freddie Mac e Fannie Mae furono infatti dalla sua amministrazione poste a capo di questa politica, che oggi porta al suicidio economico della finanza americana, e mondiale (laddove questa si è allineata alla politica clintoniana).

    Per quanto riguarda il “buon Walter”: Weltroni tenta in tutti i modi di fare un parallelo tra lui e Obama, un poco perché ahimé crede nella equiparazione, un poco per lanciare la rivoluzione “democratica”, senza rendersi conto (forse non lo ha letto) che il programma economico e sociale di Obama è molto più vicino a quello di Tremonti che a quello di Bersani.
    Obama infatti è il leader di un partito che non ha nella sua storia il socialismo o il comunismo, come il Piddì italiano, ma invece il KKK del sud (originariamente il Klan era guidato da democratici) e la schiavitù (il partito democratico era quello che si opponeva al partito Repubblicano, fondato da Lincoln durante la guerra civile).
    In realtà non vi è alcuna relazione tra l’Italia politica e l’America politica: il Democratic Party infatti potrebbe essere semplicemente descritto come un partito di centro-destra, mentre il Repubblican Party come di destra; il DNC sarebbe più vicino ad AN che al PD, secondo il mio parere.

    E infine, per quanto riguarda il beneamato Cav. (come tu non vuoi sia definito), è un uomo splendido, ove io non condivida quasi per nulla le sue idee politiche, ma che riesce a far leva su un populismo messianico che fu tipico dei cavalieri di ventura: se non altro per questo meriterebbe il titolo.
    Non condivido l’odio viscerale che la Sinistra italiana ha nei suoi confronti (anche perché, essendo di Destra non potrei condividere de natura), che cerca di ridicolizzarne la figura, nel tentativo di vincere una battaglia vana, facendo perdere la guerra alla nazione: facendo passare l’idea di Berlusconi come dittatore o peggio si fa solo un danno all’Italia, i cui cittadini sarebbero dei sudditi stupidi e inadatti ad essere parte della società occidentale, specialmente agli occhi di osservatori poco attenti che dall’estero giudicano. Personalmente, ogni volta che lo attaccano, nonostante la mia avversione nei suoi confronti, scatta naturale l’istinto di difenderlo (come quando guardo la Juventus [bleah!] giocare all’estero e mi scopro tifoso, nonostante sia di tifo completamente avverso). Ma rimando ad un altro articolo che vorrei scrivere il tema de “l’odio della sinistra”.

    Antonello Provenzano

    10 novembre 2008 at 12:08 PM

  3. E sia. Bush (se non lui l’elite di potere di cui era espressione) può anche non essere stato un iniziatore, è stato senz’altro un perfetto “continuatore” del decadimento. Il che non lo scagiona dall’accusa.

    Sulle radici Ku Klux Klan-iane del Democratic Party, devo dire (e ti ringrazio per questo) che poni rimedio a una mia ignoranza. Ma da qui a utilizzare una simile (seppur scomoda) eredità come metro della distanza che separa il partito dell’asinello dal PD, via, dalla tua attenta analisi mi aspettavo qualcosa di meno banale. Sarebbe come ostracizzare il buon (e innocuo) Gianfranco Fini perché leader del fu Movimento Sociale e, in quanto tale, erede politico e culturale di un regime totalitario.

    D’altra parte, ne prendo atto, correggi subito il tiro postulando l’inesistenza di relazioni fra formazioni politiche statunitensi e italiane.

    Il signor B. cavaliere di ventura? Sono più d’accordo di quanto tu non creda. Cito da wikipedia: “Il soldato di ventura era un soldato che combatteva anzitutto per guadagno personale, tenendo in genere in scarsa considerazione motivi ideologici, nazionali o politici.” Calza a pennello.

    Suvvia, comunque. Basta con l’odio viscerale. E’ l’estetica berlusconiana da tycoon televisivo anni’80, un po’ anacronistica nell’era di internet, a risultarmi sempre più indigesta. Viva il nuovo. Abbasso il vecchio. E, a 72 anni, è vecchio per davvero.

    Sergio

    10 novembre 2008 at 1:37 PM

  4. Innanzitutto lasciami partire la mia risposta con una critica alla tua ultima affermazione concernente l’età, che mi ha alquanto deluso, visto quanto ero stato favorevolmente impressionato dalla tua critica ben argomentata.
    Il mettere in relazione l’età di una persona con le sue capacità è un male italiano che veramente si annida nella mentalità del nostro popolo (non so di dove sia tu, ma in Sicilia questo si averte molto più fortemente), il quale per l’appunto non riesce ad innovare: così come una persona può a 72 anni essere più moderna, come Berlusconi è rispetto a tutti i suoi avversari e buona parte dei suoi alleati, così un ragazzo giovane può essere più capace di molti cinquantenni. Entrando nel piano personale, infatti, io ho dovuto andarmene dall’Italia per ricoprire incarichi manageriali di prestigio in giovane età (a 27 anni sono project manager in multinazionali e istituzioni internazionali come la NATO), laddove quando recruiters italiani mi chiamano rimangono interdetti dalla mia aspettativa di ricoprire gli stessi incarichi e responsabilità a Milano.
    Abbandonerei questa polemica circa l’età: è controproducente e abbastanza immotivata secondo me.

    Naturalmente le radici schiavistiche del DNC non delineano i tratti differenziali con il Piddì italiano, ma è un singolo esempio di molti che ti potrei citare. Storicamente infatti i Democrats sono sempre stati ostili al comunismo e al socialismo, laddove le radici dei Democratichini affondano nella scuola delle Frattocchie, dalla quale sono usciti tanto D’Alema quanto Weltroni, fino a Bersani e arrivando all’anti-gay, ciliciata e supercattolica Binetti.
    In realtà le differenze sono, paradossalmente, come detto, minori con AN, che viene da una storia anti-comunista e socialista (non per niente MSI stava per “Moviemento SOCIALE Italiano”), venendo a sua volta dall’ideologia fascista che propugnava idee di origine socialista.
    Confermo quanto detto: non è possibile fare un parallelo tra la politica americana e quella italiana, e vedo che in questo ti trovo d’accordo.

    Per quanto riguarda l’avidità del politico Berlusconi: non è differente da quella che hanno avuta in molti, che in politica sono entrati proprio per ragioni di danaro e sono arrivati ad essere presidenti del consiglio come il Cav., sicuramente con ritorni personali molto inferiori in termini assoluti, ma molto maggiori in relazione ai benefici che le loro azioni nel complesso hanno apportato al Paese.
    In quanti hanno negli anni considerato lo Stato cosa propria invece che Res Pubblica (Cosa Pubblica), facendosi pagare conti di ogni genere e sperperando miliardi di miliardi per tornaconti personali elettoralistici (pensa agli scheletri di installazioni mai nate o agli enti inutili che assumevano i figli e nipoti), senza nessun tornaconto pubblico?
    Non sono un estimatore del “Signor B.”, come lo chiami tu, ma tra i tanti mali, forse è quello minore che potesse toccarci: se ha vinto tante volte in questi anni, forse è anche perché riesce a far pensare a gente come me, a lui avversa per principio, che non esiste nessuno che possa fare quel lavoro meglio di lui… e questo è desolante vista la necessità di leader nuovi.

    Antonello Provenzano

    10 novembre 2008 at 5:29 PM


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